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Padel: a Osio grande successo della scuola d’avviamento dedicata ai più piccoli


Il direttore Elio Zambelli: “Non è solo business, giusto pensare ai bilanci ma la comunità deve restare al centro, anche quando si parla di Padel”


BERGAMO - Le società sportive sono delle aziende che non possono essere gestite esclusivamente come aziende, perché sono anche altro. Qual è la finalità del centro sportivo? Lasciamo da parte retoriche stucchevoli, restiamo nel pragmatismo dei giorni nostri: senza una gestione accurata e precisa non c’è sviluppo, senza una pianificazione dettagliata anche le società sportive chiudono.

Abbiamo parlato di tutto questo con Elio Zambelli, direttore del centro Osio Sport, nel bergamasco, società sportiva polifunzionale considerata tra gli esempi da seguire a livello nazionale, una società che certamente è riuscita a conciliare la necessità di poter contare su delle entrate pur non allontanandosi dalle finalità sociali di una vera polisportiva. Tra i primi in Italia ad investire nel Padel.

Osio è una delle prime capitali del Padel italiano, a voi il merito d’aver aperto la strada a tutti gli altri credendo per primi in questo sport.

“Siamo stati tra i primi a crederci e ad investire in questa disciplina, pur essendo molto legati al mondo del Tennis. Il Padel è uno sport semplice, intuitivo, con poche regole, che consente di fare una partita dopo appena due ore di prova, mentre nel tennis occorrono due anni. Abbiamo intuito, per tempo, l’esplosività di questa disciplina emergente e, dopo una attenta analisi, abbiamo deciso di costruire i campi con l’aiuto di Bisport e con l’aiuto di tante persone che collaborano con Osio Sport, ogni giorno”.

Quante persone ruotano attorno all’area Padel di Osio Sport?

“Sono più di 400 gli atleti che, abitualmente, frequentano il nostro centro, l’età varia dai 35 ai 55 anni, con molte persone che sfruttano il Padel come opportunità per fare una pausa salutare tra casa e lavoro. Queste persone, in larga parte, sono tornate a fare sport proprio grazie al Padel, hanno intravisto qualcosa di buono, di divertente ed inclusivo”.

Osio Sport è una grande realtà, con moltissime attività che si differenziano in più discipline, il Padel certamente ha rafforzato bilanci e futuro della società garantendo nuovi iscritti e nuovo flusso, ma la vocazione sportiva resta al centro.

“Certamente il Padel ci ha dato una grande mano, specialmente nella ripresa dopo la Pandemia dove c’era da fare i conti con delle previsioni non rosee e con mesi di inattività alle spalle. La società sportiva non è solo una azienda, ma deve affrontare costi di gestione ricorrenti e straordinari così come accade nel mondo dell’impresa. Noi ad Osio siamo gente di sport e proprio per questo non ci limitiamo ad usare le strutture Padel solo per le partite tra adulti, abbiamo creato l’unità SAP (Scuola Avviamento Padel) per avvicinare i bambini a questo sport e per coinvolgerli, con istruttori specializzati, così come accade nelle Scuole Calcio. Le prenotazioni non mancano, abbiamo tantissime richieste, ma nonostante questo pensiamo sia giusto rinunciare ad una fascia oraria per avviare questa attività dedicata ai più piccoli, ed è una scelta che ci premia dal punto di vista dell’approccio alla comunità ma che ci penalizza se guardiamo solo all’aritmetica, però la società sportiva deve fare questo. Siamo arrivati al Padel dal Tennis, in punta di piedi, annettendo questa disciplina all’interno di un centro sportivo in grado di presentare, nel migliore dei modi, questa rivoluzione agli sportivi e alle persone interessate, avvalendoci di una certa preparazione storica. Oggi vediamo campi da Padel ovunque, fuori da ogni contesto, se guardiamo solo al business è davvero difficile fare progetti a lungo termine, almeno nel mondo dello sport.


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