Movinlog: un nuovo paradigma nella logistica grazie a Sabrina Stermieri
Dalla ristrutturazione dell'Ufficio HR alla Logistic Academy con IFOA
Si è avvicinata al mondo della gestione delle risorse umane quasi per caso, nel corso delle prime esperienze professionali. Ed è stato proprio immergersi in un approccio al personale così distante dal suo ideale a spingerla a formarsi. Con un Master in Direzione del Personale biennale, portato avanti contemporaneamente al lavoro, e diversi corsi di specializzazione, Sabrina Stermieri - modenese classe 1982 – è il timoniere di una rivoluzione nella gestione del personale che ha preso il via dalla sede di Movinlog ma che oggi, grazie a una Accademy nata in collaborazione con IFOA, vuole conquistare l’intero settore della logistica, per puntare poi a nuovi orizzonti.
Sabrina si è confrontata con diverse esperienze e realtà aziendali: nel suo curriculum, tra le altre, Artoni Trasporti e Ferrarini Spa, per approdare infine a Movinlog nel 2022. Qui, ha accettato la sfida di strutturare l'ufficio HR, attraverso una visione moderna e proattiva e dimostrando l'impatto positivo che l'innovazione può avere nell'ambito delle risorse umane.
"In quel periodo ero consulente per piccole aziende del reggiano e sono stata contattata da Claudio Azzalin, uno dei soci di Movinlog insieme a Maurizio Errico, con il quale mi ero occupata in passato di interessanti progetti di riorganizzazione. C’era necessità di strutturare un ufficio HR all’interno di Movinlog.
La mia intenzione non era quella di tornare a lavorare per un’azienda, ma quando Claudio mi ha lanciato la sfida non ho potuto non coglierla. Qui ho trovato esattamente quello che cercavo quando ho iniziato a muovere i primi passi nell’ambito delle risorse umane: i valori che muovono i soci sono gli stessi che ho sempre cercato nell’approccio al personale".
Cosa intendi?
Oggi, nella maggior parte dei casi, una persona che vuole maturare professionalmente è costretta a spostarsi da un’azienda all’altra per ottenere una promozione. In Movinlog non è così. Abbiamo piani di crescita mirati per ogni posizione, ci confrontiamo con le nostre risorse per comprendere le loro aspettative, il loro progetto di vita che va al di là dell’aspetto lavorativo. Certo, siamo attenti all’aspetto economico, ma a legare le risorse a noi non è tanto la retribuzione quanto i progetti e le possibilità che l’azienda offre. È questo il modo di intendere la gestione delle risorse umane che auspicavo quando ho iniziato ad approcciare la mia professione.
Puoi farci qualche esempio circa i piani di crescita previsti?
I piani vengono studiati sulla persona. Abbiamo una politica di onboarding che per i neoassunti prevede almeno 3 mesi di formazione da parte di un referente aziendale. Il percorso è articolato in vari step ognuno dei quali viene prontamente valutato dalle funzioni aziendali di riferimento ed esprime un valore utile a strutturare il progetto di crescita della risorsa.
Da poco in sede abbiamo inserito la figura dello startupper, che ha il compito di seguire il Go-live delle nuove filiali e le implementazioni su filiali esistenti mediante la corretta applicazione dei processi operativi aziendali.
Si tratta di un giovane particolarmente motivato che in breve periodo è stato promosso prima a capoturno e poi capo-filiale in cantiere. Abbiamo fatto una valutazione ad hoc sulla persona e siamo riusciti a proporgli un avanzamento professionale che lo ha portato, dopo poco, ad essere una figura di riferimento per tutte le nostre filiali.
Abbiamo un tasso di turnover basso anche sulle figure maggiormente operative grazie all’attività di formazione continuativa che operiamo sui capi-filiale: a questi ultimi diamo strumenti necessari per effettuare valutazioni e selezioni del personale in linea con le necessità della filiale che devono coniugarsi con le aspettative ed esigenze della persona che entrerà a far parte della squadra Movinlog.
Avete piani di welfare?
Come nella maggior parte delle aziende italiane anche in Movinlog sono previsti piani di welfare che mirino a soddisfare le esigenze delle nostre risorse.
Questa è una delle attività che mi sta occupando più tempo anche in considerazione della platea aziendale che si compone di diverse etnie ognuna delle quali desidera soddisfare un differente bisogno.
La Logistic Academy è il manifesto della vostra visione innovativa. Di cosa si tratta?
Questo progetto non solo forma il personale interno, ma vuole ridefinire il modo stesso in cui il settore logistico, da sempre un po’ bistrattato, viene considerato. Avrà una propria identità in quanto è proposto dalla nostra azienda in collaborazione con IFOA. Gli stessi docenti sono al 50% professionisti di Movinlog e al 50% dell’ente di formazione di Reggio Emilia. Il progetto pilota, che vedrà la luce nei prossimi mesi, è rivolto agli under 25; il programma offre un percorso formativo completo, integrando la formazione in aula con la formazione on-the-job. Si tratta di un corso annuale, che prevede l’assunzione della risorsa in modalità di apprendistato da parte di MovinLog o da parte di una delle aziende partner, al termine del quale i partecipanti potranno sostenere un esame per avere un titolo di studio equiparabile all’IFTS. I periodi in aula saranno alternati a quelli in cantiere per mettere a terra i concetti acquisiti e verificare l’apprendimento dei lavoratori.
Quali sono gli obiettivi e in che modo sono misurabili?
L’obiettivo principale è quello di fornire strumenti spendibili nel percorso professionale della risorsa per portare qualità alle aziende del settore logistico e un’organizzazione del lavoro più strutturata: formiamo personale che lavora per noi, ma queste conoscenze saranno un valore aggiunto anche per il loro personale futuro professionale. Potremo valutare il ritorno sull’investimento in modo diretto poiché il progetto pilota si rivolge a risorse che lavorano nei nostri cantieri anche se l’idea è quello di esportare il format ad altre realtà.
Consiglieresti a un giovane di scegliere di lavorare nel settore logistico?
Personalmente sì: anche i lavori più operativi grazie alla tecnologia sono cambiati molto e sono affrontabili anche per le donne. È un mondo molto stimolante, dove ogni giornata è diversa dall’altra e richiede doti di flessibilità e problem solving.
Una donna ai vertici di un’azienda logistica… come ti sei approcciata a un mondo che, per stereotipo, è terra di soli uomini?
Ho trovato preconcetti, e li trovo tutti i giorni, al primo impatto, soprattutto da parte di chi proviene da culture diverse. Ma ciò si è trasformato in un ulteriore stimolo perché quotidianamente ho la possibilità di dimostrare a chi mi guarda con diffidenza che posso essere un valido alleato. Altre persone, invece, apprezzano la possibilità di confrontarsi con un punto di vista diverso dal proprio. In ogni caso credo che una donna sia un valore aggiunto in un mondo di uomini.
Articolo a cura di Jessica Bruno
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