Le donne in agricoltura coltivano bellezza e sostenibilità
Il mondo agricolo sta riscoprendo l’importanza della figura femminile, sia nella gestione delle imprese esistenti che nella sperimentazione di nuove forme di “fare agricoltura”
Ne è un esempio concreto, sul nostro territorio, la cooperativa modenese essiccazione frutta, nota con il marchio commerciale MonteRé.
Su 29 persone che lavorano al suo interno, infatti, ben 21 sono donne.
Nell’agricoltura, tradizionalmente considerata una professione di appannaggio maschile, le donne hanno in realtà sempre rivestito un ruolo fondamentale.
Oggi il contributo femminile in agricoltura è sempre più riconosciuto e valorizzato.
La partecipazione delle donne in agricoltura sta migliorando il settore
Senza scivolare nel pericoloso stereotipo generalista che vede le donne naturalmente più propense al lavoro di cura, è fondamentale riconoscere il contributo femminile nella produzione alimentare e nella cura della terra.
Sensibilità ed etica femminili sono maggiormente in grado, come dimostrato da numerosi studi (tra cui il più recente quello del WWF), di sviluppare tecniche agricole e conoscenze agrarie attraverso la lente della sostenibilità.
Le donne si sono fatte largo nel settore a forza di impegno, innovazione, attenzione alla sostenibilità e alla responsabilità sociale. Le imprenditrici agricole hanno rivoluzionato positivamente il settore introducendo, ad esempio, attività di educazione ambientale e alimentare dedicate alle scuole come le fattorie didattiche.
I sapori di ieri, diventano i ricordi di domani
Le donne tendono a rendere infatti l’agricoltura più ‘umanistica’ e sostenibile, una maggiore incidenza che si spiega con la propensione femminile all’innovazione e alla multifunzionalità, la maggiore capacità di adattamento, il legame più forte con il territorio, la cultura, la tradizione e i saperi locali. Questa tendenza è anche legata al fatto che le donne non percepiscono l’azienda solo come fonte di reddito, ma anche come stile di vita.
Oggi, l’apporto femminile in agricoltura sta diventando sempre più evidente. In molti casi, le donne sono state in grado di migliorare la produttività agricola e ridurre gli impatti ambientali utilizzando metodi agricoli sostenibili.
Inoltre, essendo custodi di saperi millenari (basta pensare a rezdore e sfogline emiliane), hanno una maggiore consapevolezza delle esigenze nutrizionali e delle pratiche alimentari locali. Questa conoscenza può essere preziosa nella scelta dei prodotti da coltivare e nell’elaborazione dei prodotti alimentari. Le donne impiegate nel settore dell’agricoltura solitamente sono più propense a sensibilizzare sulla sicurezza alimentare, sulla nutrizione e sulla salute, che passa dai prodotti alimentari locali e di alta qualità.
In occasione della giornata internazionale della donna, MonteRé ha promosso un’iniziativa valorizzante che, legando tradizione, psicologia e sapori emiliani, punta alla riscoperta di tre eccellenze del nostro territorio: il tradizionale talento delle sfogline, la creazione di ricordi attorno ad una tavola e la Confettura di Amarene Brusche di Modena IGP (che ricordiamo essere la prima confettura ad aver ottenuto il marchio IGP in Europa).
Le donne sono anche importanti attrici nella conservazione della biodiversità, il che è particolarmente importante in un mondo in cui la questa è minacciata dalla monocultura e dalla perdita di habitat naturali. La conservazione delle varietà tradizionali di colture può anche migliorare la resilienza delle stesse a malattie e alle condizioni meteorologiche estreme.
MonteRé, partendo da questi concetti, ha voluto unire la sensibilità ed il talento femminili allo studio (durato oltre 25 anni) del suo presidente, Alberto Mario Levi, che ha consentito, proprio a Modena, la salvaguardia della biodiversità del ciliegio acido.
“Il percorso intrapreso con Giulia Tamarri, in arte conosciuta come @travel_with_rezdora, e Gioia Casari, @LievitazioniMentali, ci ha permesso di scoprire come tradizioni, gioie, nostalgie e altre emozioni, si leghino ai prodotti che scegliamo, consentendoci di tramandare non solo i sapori della tradizione modenese, ma anche tutti i ricordi che nascono attorno ad una tavola”. – Afferma il presidente della cooperativa.
Il progetto è riuscito ad unire abilmente competenze tipiche della tradizione modenese e della psicologia dell’alimentazione, con una delle eccellenze che rappresenta un vanto per il nostro territorio: la Confettura di Amarene Brusche di Modena IGP.
A chi non scappa un sorriso pensando al profumo della crostata appena sfornata? E chi non vorrebbe, con un piccolo gesto come quello di mettere le mani in pasta, far rivivere ai piccoli di casa i sapori della cucina della nonna?
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