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Inquinamento: tra miti, leggende e superficialità di massa

Le inchieste al Liceo - Mettiamo a nudo le fake-news per svelarvi la realtà dei fatti che si cela dietro alla cattiva informazione


A cura di Manuel Vallone, Riccardo Manca, Alberto Muzzarelli e Martina Tomassini (IV^ Liceo Scientifico Statale "Wiligelmo" di Modena)


Inquinamento, cambiamento climatico: ne abbiamo tutti sentito parlare in quanto si tratta di una tematica molto discussa in questo fragile periodo. In questa inchiesta intendiamo trattare la questione sotto più punti di vista possibili e parlare in particolare di come tutto ciò riguardi anche l’Emilia-Romagna.

Infatti vogliamo: dimostrare il serio pericolo a cui andiamo incontro facendo chiarezza sulle principali credenze, come ad esempio l’esistenza di un dibattito all’interno della comunità scientifica sulla vera esistenza o meno del cambiamento climatico. Parlare delle problematiche legate all’Emilia-Romagna, come ad esempio la pericolosa concentrazione delle polveri sottili nelle città e quanto queste ci danneggiano più di quanto pensiamo. Mostrare attraverso un sondaggio ciò che la gente comune ne pensa a riguardo e cosa noi tutti possiamo fare per risolvere il problema nella vita di tutti i giorni come, per esempio, utilizzare con minor frequenza la macchina. Se il breve riassunto ha stuzzicato la tua curiosità, caro lettore, ti consiglio vivamente di leggere gli articoli di seguito. Innanzitutto, per delineare ciò di cui si sta parlando parliamo brevemente di nomenclatura. Col termine inquinamento si fa riferimento al rilascio nell’ambiente degli scarti di varia natura, come i rifiuti della produzione industriale scaricati nei fiumi o l’emissione dei gas serra in atmosfera causando numerose conseguenze come il cambiamento climatico ovvero la variazione della temperatura sulla terra.


Manuel Vallone



In questo articolo, sulla base dei dati scientifici a disposizione, analizzeremo e smentiremo i miti e le leggende che riguardano l’inquinamento ambientale e il riscaldamento globale, spiegheremo perché l’inquinamento e il cambiamento climatico sono un problema molto grave e infine parleremo in particolare dell’inquinamento nella nostra regione.

Iniziamo con il dire che l’inquinamento è la contaminazione o l’alterazione dell’ambiente ad opera di agenti inorganici ed è un fenomeno che esiste ed è causato dall’uomo su questo dato la comunità scientifica è unanime.

Esistono vari tipi inquinamento: atmosferico (quello più grave nella nostra zona), radioattivo, del suolo, idrico, acustico, luminoso e altri ancora; tutti quanti rappresentano una minaccia più o meno grave per l’ambiente e per l’uomo. Una delle più gravi conseguenze dell’inquinamento è il cambiamento climatico, sul quale se ne sentono davvero di tutti i colori, occorre quindi fare chiarezza evidenziando i dati scientifici e smentendo le principali falsità relative a questo fenomeno.


“Il cambiamento climatico non esiste”


È un dato oggettivo che il clima del nostro pianeta cambi in continuazione.

Possiamo confermarlo facendo notare che la variazione del clima è un fenomeno che nella storia si è sempre verificato e continua a verificarsi ogni anno. Basti pensare all’era glaciale o al variare delle stagioni.

“Visto che la terra cambia costantemente clima perché dovremmo essere proprio noi la causa?”


Quasi tutta la comunità scientifica è concorde nel dire che il cambiamento climatico è causato perlopiù dall’uomo e che progressivamente gli effetti del riscaldamento globale sono e saranno sempre più evidenti. Purtroppo, l’Italia è uno dei paesi che si sta scaldando più velocemente.

La crescita anomala della temperatura è iniziata nella seconda metà del Settecento con la rivoluzione industriale, dal 1850 abbiamo misurazioni precise e da allora la temperatura media della Terra è andata sempre crescendo. Secondo il quarto rapporto del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC) del 2007, la temperatura media della superficie terrestre è aumentata di 0,7 ± 0,2 °C durante il XX secolo. Analizzando questi dati emerge che il riscaldamento globale è andato di pari passo con lo sviluppo industriale e tecnologico e soprattutto con l’utilizzo massiccio dei combustibili fossili.


“Il cambiamento climatico esiste, ma non è una minaccia”


Anche questa affermazione è falsa, infatti, secondo gli esperti, le conseguenze del cambiamento climatico saranno devastanti. Tanto per cominciare saranno colpite tutte le zone del mondo: ricche, povere, calde e fredde; le calotte polari si scioglieranno con la conseguente crescita del livello dei mari che a loro volta causeranno nelle aree costiere basse fortissime precipitazioni e fenomeni di erosione.

Basta osservare ciò che sta accadendo. Nell’arcipelago artico canadese i ghiacci che si stanno sciogliendo hanno cambiato colore e consistenza, nel 2040 si potrà navigare all’interno del Polo Nord e in estate l’oceano artico non sarà più ghiacciato e siccome la Groenlandia, la Florida Meridionale e l’Olanda, parti del loro territorio si trovano sotto il livello del mare, rischiano di scomparire. Le isole del pacifico subiscono inondazioni sempre più frequenti.

Continuando, intere zone dell’Africa rischiano la desertificazione, l’inesorabile mutazione della geografia causerà flussi migratori di migliaia di persone e a quel punto sarà difficile ignorare il problema ma sarà anche troppo tardi.

Il cambiamento climatico minaccia anche la salute e l’economia. Per quanto riguarda la salute non è trascurabile il dato dell’aumento dei decessi dovuti alle temperature troppo alte o troppo basse o alle sempre crescenti calamità naturali. Per quanto riguarda l’economia, c’è da segnalare che i paesi più poveri, che dipendono fortemente dal loro habitat naturale, non dispongono di risorse per far fronte ai cambiamenti climatici.

Anche l’Europa non è preparata ad adattarsi ai cambiamenti climatici e il Mediterraneo si sta già trasformando in una regione arida, vulnerabile alla siccità e agli incendi boschivi.

E nel frattempo i danni non si contano. Solo per citare un dato: a causa delle alluvioni, che in poco più di 30 anni hanno colpito 5,5 milioni di persone, i danni sono stati di oltre 90 miliardi di Euro.


Dopo aver fatto chiarezza sulla questione del riscaldamento globale, in questa parte dell’articolo ci concentreremo sull’inquinamento atmosferico o inquinamento dell’aria, che interessa moltissimo anche l’Emilia-Romagna.

Innanzitutto, va detto che per inquinamento atmosferico si intende l'insieme di tutti gli agenti fisici, chimici e biologici che modificano le caratteristiche naturali dell'atmosfera terrestre; questo si ripercuote sull’uomo, sugli ecosistemi, sugli edifici, sui materiali e sul clima. Nell’uomo comporta affezioni alle vie respiratorie e all’apparato cardiocircolatorio e le categorie più vulnerabili a questi rischi sono i neonati e i bambini, perché i loro organismi e i loro sistemi immunitari sono ancora in fase di sviluppo.

Nella nostra regione il pericolo maggiore è causato proprio da questo polveri sottili, che sono pulviscolo talmente fine e leggero da rimanere sospeso nell’aria e quindi respirato.

Il pulviscolo viene suddiviso in due categorie a seconda delle dimensioni medie delle particelle: particolato grossolano che è costituito da particelle, polveri, pollini e spore con diametro superiore a un milionesimo di metro, le cosiddette PM10; particolato fine o sottile, ovvero quelle polveri di dimensioni attorno ai 2,5 milionesimi di metro, detto PM 2,5; infine, particolato ultra fine o polvere respirabile, ovvero polveri di dimensioni tra gli 1 e gli 0,1 milionesimi di metro. Perciò è doveroso dire che l’Emilia-Romagna è un’area molto inquinata a causa di diversi fattori, come per esempio il traffico o la forte industrializzazione, che sicuramente è un bene per l’economia ma ricordiamo che la nostra regione è anche una di quelle in cui si vive meglio rispetto al resto dell’Italia. Tuttavia, dobbiamo anche considerare l’altro lato della medaglia ovvero che secondo i dati riguardo qualità dell’aria in Emilia-Romagna sono pessimi e peggiorano sempre, tanto che all’inizio di quest’anno la regione è stata costretta a prendere misure straordinarie per salvaguardare la salute dei cittadini.

Detto ciò, invito i lettori a tenersi sempre informati attraverso fonti autorevoli riguardo a questi argomenti, per essere sempre dei cittadini consapevoli delle proprie azioni e di quelle degli altri, e di quelle delle istituzioni.


Riccardo Manca




Cosa ne pensa davvero la gente?


Il cambiamento climatico esiste, come illustrato nell’articolo precedente, questo è ormai un dato certo confermato dalla scienza, da miriadi di dati oggettivi e dovrebbe essere confermato anche dal buonsenso; ma qual è l’opinione comune? Com’è recepita questa minaccia tra le persone? A seconda di quello che è in voga al momento o delle ultime notizie date si potrebbe pensare che l’opinione pubblica sia spostata verso un polo o l’altro. Abbiamo voluto analizzare le risposte di circa 100 abitanti dell’Emilia-Romagna a delle stesse domande e trarne alcune riflessioni. Ognuno ha risposto a quattro domande inerenti a ciò che fanno nella vita comune, per il problema dell’inquinamento, ciò che pensano che stato e regione dovrebbero fare, come vedono la situazione futura e cosa pensano del modo in cui viene divulgata tale problematica. Ammesso (e non concesso) che ogni risposta fosse sincera la maggioranza (90,5%) degli intervistati crede che inquinamento e surriscaldamento globale siano un problema, di questi molti pensano sia un problema incombente, mentre il 9,5% reputa che sia un problema ingigantito, che non sia particolarmente pericoloso o non è semplicemente interessato. Come c’era da aspettarsi le risposte disinteressate provengono dalla fascia tra i 40 ed i 60 anni anche se alcune persone della fascia 16-25, pur non negando il problema, si sono dimostrate poco informate o attive nell’ambito. Una differenza sostanziale che ho notato è l’atteggiamento verso la soluzione del problema, se nella fascia 16-25 e 25-40 le persone si sono divise abbastanza egualmente tra pessimisti e ottimisti, gli over 50 si sono tutti mostrati positivi nel fatto che le prossime generazioni riusciranno a risolvere il problema e saranno migliori. Sia il negazionismo sia il positivismo hanno una matrice subconscia comune; per quale motivo un uomo che non sa se sarà vivo tra vent’anni dovrebbe preoccuparsi dell’ambiente? Probabilmente questo è il motivo per cui fino al decennio scorso il problema è stato ignorato, rimandato o nascosto. Un aspetto positivo è che, per genuino interesse o per legge, tutti hanno risposto di fare la raccolta differenziata, il 24% circa si impegna anche nella cittadinanza attiva ripulendo zone pubbliche, la maggioranza di questi proviene dalla fascia 16-25. Inoltre più 90% pensano che le istituzioni non facciano abbastanza per arginare l’inquinamento, le soluzioni proposte sono state tante: aumentare gli incentivi per le aziende che investono sul verde, tassare maggiormente le aziende inquinanti, aumentare i controlli su persone ed industrie, mentre altri pensano che le istituzioni non dovrebbero imporsi eccessivamente e infine c’è chi ha professato la propria ignoranza. La divulgazione mediatica sul tema è stata forse la risposta più divisiva, tra chi reputa che se ne parli poco, secondo molti a causa del COVID19, chi pensa se ne parli abbastanza, ma si faccia poco concretamente (forse la risposta più comune), altri invece hanno risposto che se ne parla abbastanza, ma se ne potrebbe parlare in maniera più efficace; stranamente secondo nessuno si dovrebbe parlare meno del tema.


Alberto Muzzarelli



I giovani sono più responsabili dei politici italiani?


“There is no planet B”, questo era uno degli innumerevoli cartelloni che venivano agitati lungo le strade di Modena il venerdì 27 settembre del 2019. Migliaia di studenti quel giorno avevano deciso di saltare una lezione per insegnarne una a tutti quei capi di stato che per tutto questo tempo si sono disinteressati del problema. Quando il 23 settembre del 2019 L’ONU si era riunito per discutere del cambiamento climatico, ci si rese finalmente conto di quanto avessimo procrastinato nella risoluzione di questo problema e della necessità di dover fare qualcosa di efficace per salvare il nostro futuro.

È davvero triste pensare che in tutti questi anni i nostri politici si sono battuti per i loro interessi personali o di partito invece che guardarsi attorno e vedere tutti i problemi che sempre più specie animali si stanno estinguendo, i ghiacciai si stanno sciogliendo, il livello si stanno verificando: e la temperatura degli oceani si stanno alzando e molti altri disastri naturali si potrebbero scatenare sull’uomo se non iniziamo ad agire subito.

In questo momento le forze politiche devono affrontare la questione ambientale non in modo ideologico ma costruttivo in quanto essa riguarda la sopravvivenza futura dell’umanità. La pianura padana, in cui c’è anche la nostra cara Emilia-Romagna, è la zona più inquinata d’Italia perciò è necessario che la regione prenda dei provvedimenti a riguardo come: facilitare la transizione ecologica delle piccole-medie imprese manifatturiere, incentivare le aziende ad utilizzare energie rinnovabili come pannelli fotovoltaici o solari, investire nei mezzi pubblici per ridurre il traffico e lo smog nelle strade principali, come la Via Emilia, sensibilizzare maggiormente i cittadini con un’età maggiore di 50 anni perchè questo problema riguarda tutti e non solo le generazioni future e indirizzare i giovani a vivere meglio l’ambiente affinchè possano difenderlo. Questi cambiamenti da soli non bastano, è di vitale importanza che ogni cittadino faccia la propria parte per lasciare la nostra terra migliore di come l’abbia trovata. Che razza di esseri umani siamo se con le nostre azioni non facciamo altro che far soffrire la nostra casa, come possiamo trattarla così?

Ci sono tante cose che noi possiamo fare per rendere il nostro vivere più eco sostenibile, per esempio continuare a svolgere correttamente la nostra cara e vecchia raccolta differenziata, infatti quando i rifiuti non vengono riciclati molte volte vengono dispersi nell’ambiente oppure bruciati, fare una spesa intelligente comprando prodotti da una filiera sostenibile e a chilometro zero ed utilizzando borse di stoffa e non di plastica. Inoltre, è preferibile utilizzare dei depuratori d’acqua casalinghi eliminando il consumo di bottiglie di plastica, diminuire o eliminare l’uso di fertilizzanti chimici in agricoltura portando a una diminuzione dell’ammoniaca e azoto nell’aria, installare pannelli solari sui nostri tetti aumentando la produzione domestica di energia.

Un vecchio saggio una volta disse: sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo, in quanto noi giovani e non solo siamo il futuro del nostro pianeta abbiamo il dovere di far si che questo cambiamento avvenga.


Martina Tomassini


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