top of page

Alimentazione: sempre più italiani rinunciano alla carne

I prodotti sul banco del macellaio aumentano in media del +8%

Ormai da mesi stiamo assistendo ad una continua corsa al rialzo dei prezzi: energia, carburanti, scuola, carrello della spesa. Dopo l’allarme sui rincari della pasta, del pane e del latte è ora il turno della carne e dei prodotti derivati.


Da un attento monitoraggio dell’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori, emerge che mediamente i costi della carne sono aumentati del +7% rispetto al 2021, con picchi dell’8-9%.


A crescere maggiormente sono il petto di pollo a fette e i bocconcini di pollo pronti (+9%), salgono anche i prezzi di cordon bleu, spezzatino di bovino e arrosto di vitello (+8%).

I rincari sono motivati sicuramente dal caro-energia, ma anche dal forte rialzo dei costi dei mangimi utilizzati negli allevamenti (cresciuti di oltre il 49% rispetto al 2021).


Una dinamica allarmante, che non solo rende sempre più proibitivo il consumo di carne da parte delle famiglie (che infatti nel corso dell’anno hanno ridotto gli acquisti in questo settore del -16,8%), ma fornisce una forte spinta al ribasso della qualità del prodotto e alla crescita delle emissioni inquinanti.


Di fronte a tale situazione, infatti, i piccoli allevamenti sono fortemente penalizzati e sempre più vicini al rischio di cessazione della propria attività: gli unici che riescono a sostenere costi così elevati sono gli allevamenti intensivi, quelli in cui, spesso, le condizioni degli animali passano in secondo piano, così come la qualità dei mangimi utilizzati. In tal senso sarebbe necessario avviare, anche in Italia, maggiori controlli.


Una tendenza che desta forte preoccupazione per i consumatori e per i produttori e che merita la dovuta attenzione da parte del Governo. Come Federconsumatori abbiamo chiesto di sterilizzare l’IVA sui prodotti fondamentali, azzerandoli sul pane, pasta e latte, portandola al 4% su carne e pesce.


Si tratta di un’operazione fondamentale per sostenere le famiglie in un momento così delicato e difficile, senza costringerle a troppe rinunce e a modificare i propri consumi scegliendo prodotti più economici quali carni bianche e legumi.


Grazie alla riforma da noi proposta, che prevede una attenta rimodulazione delle aliquote, una famiglia media (di 2,5 componenti) otterrebbe un risparmio annuo di 531,57 Euro.


Di seguito la tabella con i costi in dettaglio delle diverse tipologie di carne:

fonte: Federconsumatori

Top Stories

bottom of page